Robin Hood di Sherwood, il fuorilegge per antonomasia, è forse l’unico personaggio della cultura europea che sia riuscito ad attraversare con perfetta naturalezza tutti i ‘media’ che si sono succeduti dal Basso Medioevo fino ad oggi: dalla tradizione orale dei mercati e delle fiere, dalla letteratura al cinema e alla televisione. Ladro e brigante, bandito e gentiluomo, il “miglior arciere d’Inghilterra”, sceglie di stare fuori dalle regole e incarna la figura di chi ha il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie e alle prepotenze. Brigante e paladino insieme, ruba ai ricchi per dare ai poveri: sta dalla parte degli ultimi e dei disperati. Un personaggio affascinante e quantomai attuale, proprio come le ragioni che ne motivano le scelte e le azioni. Difensore del popolo angariato dai potenti, coraggioso furfante che ignora i vincoli del diritto, Robin rappresenta l’aspirazione universale dell’uomo alla libertà e alla giustizia: le sue gesta manifestano la ricerca e l’affermazione di una dignità che riscatti una vita marginale e degradata. Raccontare oggi la storia di Robin Hood offre, dunque, l'occasione di riflettere sulle regole: come ci si pone davanti ad una regola? Le regole vanno rispettate - certo! - ma quando non sono giuste bisogna trovare il coraggio di dire di no e di opporcisi! Con i modi di un teatro essenziale e un po' d'altri tempi, fatto di scene povere costruite con materiali semplici, i due attori parlano ai piccoli con il linguaggio del racconto per riavvicinarli alla dimensione dell'ascolto; evocano la storia di Robin e, come cantastorie da piccolo borgo, la trasformano, la re-inventano e ci giocano, se la cuciono addosso e ci si ritrovano dentro, bambini anche loro, impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio come Robin Hood e il suo compagno Little John. C'era una volta un famoso bandito che, per sottrarsi alle ingiuste leggi del suo tempo, decise di costruire il suo rifugio sugli alberi. E si ritrovò a guardare il mondo che da lassù gli sembrò piccolo, a portata di mano, a portata di tutti, senza servi né padroni.
di Enrico Messina;
con Giacomo Dimase ed Enrico Desimoni;
co-produzione Teatro Giovani Teatro Pirata – Armamaxa Teatro